Cum grano salis

In realtà ogni giorno consumiamo ben più di un granello di sale. Ma quanto ne occorre al nostro organismo per funzionare senza il rischio di eccedere? Proprio oggi l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha pubblicato i valori di assunzione di riferimento (LARN) del sodio e del cloruro, ossia gli elementi che compongono il sale da cucina (cloruro di sodio, NaCl). Per il sodio, 2 grammi al giorno sono stati ritenuti sicuri e appropriati per la popolazione adulta. La quantità corrisponde a 5 grammi di sale (poiché in 1 g di sale ci sono 0,4 g di sodio), l’equivalente di 1 cucchiaino da caffè. E’ la stessa quantità indicata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma attenzione: i 5 grammi sono la somma del sale che aggiungiamo come condimento e di quello già presente nel cibo.

Consumo eccessivo e rischi

In Europa generalmente l’assunzione di sale supera di gran lunga il valore di riferimento e in Italia arriva al doppio. Come è risaputo, un consumo eccessivo di sale determina un aumento della pressione arteriosa, fattore di rischio per le malattie cardiovascolari. Bisogna quindi ridurlo, sia aggiungendone meno quando condiamo i nostri piatti, sia facendo attenzione ai cibi che compriamo. Infatti, più della metà (64%) del sale che assumiamo quotidianamente proviene dai prodotti alimentari presenti sul mercato (soprattutto pane, prodotti da forno, formaggi e salumi) o è naturalmente presente in alcuni alimenti.
Ogni anno, nel mese di marzo, ricorre la Settimana Mondiale per la Riduzione del Consumo di Sale. All’appuntamento, promosso globalmente dal WASH (World Action on Salt & Health), a livello nazionale aderiscono la Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), il Gruppo Intersocietario Meno Sale Più Salute e il Programma Guadagnare Salute. Nella campagna di quest’anno l’invito a moderare l’assunzione di sale era abbinato a quello di ridurre anche gli zuccheri aggiunti a cibi e bevande consumati fuori casa o acquistati al supermercato.

Cosa si può fare per ridurre il sale?

Ecco i suggerimenti del Ministero della salute per ridurre individualmente il consumo di sale:
– leggere l’etichetta nutrizionale e scegliere, in ciascuna categoria, i prodotti a minore contenuto di sale
– ridurre l’uso di sale aggiunto in cucina, preferendo comunque, ove necessario, minime quantità di sale iodato
– limitare l’uso di altri condimenti contenenti sodio (dadi da brodo, maionese, salse, ecc.) e utilizzare in alternativa spezie, erbe aromatiche, succo di limone o aceto per insaporire ed esaltare il sapore dei cibi
– evitare di portare a tavola sale o salse salate
– ridurre il consumo di alimenti trasformati ricchi di sale (snack salati, patatine in sacchetto, alcuni salumi e formaggi, cibi in scatola)
– scolare e risciacquare verdure e legumi in scatola, prima di consumarli
– evitare l’aggiunta di sale nelle pappe dei bambini, almeno per il primo anno di vita

Con la pubblicazione dei LARN di sodio e cloruro si conclude il lavoro di aggiornamento dei valori di riferimento per i nutrienti iniziato dieci anni fa dall’EFSA su mandato della Commissione europea.
Lo strumento interattivo LARN Finder permette di consultarli agevolmente impostando la ricerca in funzione dei nutrienti (energia, carboidrati, grassi, proteine, acqua, minerali, vitamine) e delle fasce di popolazione.

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